Giugno 2003
Ci alziamo presto, la nave veloce che da Livorno ci porterà a Golfo Aranci, parte alle ore 8,15 e non vogliamo perderla.....La traversata dura 6 ore, il mare è liscio come l'olio. alle 14,30 la nostra auto è già a terra, il tempo è bello.
L'intenzione è di arrivare a Platamona per la sera è montare la nostra tendina in un campeggio che Giovanna aveva visto su internet. Mentre viaggiamo ci viene a mente che in Sardegna ci sono anche i nostri amici Bottai, con il cellulare telefoniamo per salutarli, loro sono a Isola Rossa, sono disposti a ospitarci nell'appartamentino per questa notte, noi accettiamo volentieri. Ci fermiamo prima a Santa Teresa di Gallura, non la conoscevamo: bella cittadina con una piazza a parer mio bella, vivibile, come quelle che spesso si trova nelle cittadine spagnole, una piazza dove la gente ci va volentieri. Arriviamo dai Bottai e dopo esserci salutati andiamo a cena, poi tutti a nanna.
La mattina dopo continuiamo il nostro viaggio arrivando a Platamona passando da Castel Sardo, montiamo la tenda e con grande piacere andiamo a fare il bagno a Stintino, alla spiaggia della Pelosa, che acqua ragazzi, a terra invece hanno costruito troppo, come purtroppo, hanno fatto in altri posti rinomati della Sardegna.
Ci alziamo con il rumore di un "picchio" che, con indifferenza si fa vedere senza paura, mostrando il suo piumaggio color verde come se fosse a una sfilata di moda.
Oggi visitiamo l'Asinara, la barca parte da Stintino, appena sbarcati ci aspetta un trenino con ruote in gomma che ci porterà a vedere tutta l'isola. Lo spettacolo è assicurato, fatti poche centinai di metri vediamo dei cinghiali con i piccoli, alziamo il capo e una "poiana" volteggia libera in cielo, più in la vediamo una pianta endemica chiamata volgarmente fiordaliso spinoso (non ricordo il nome scientifico), sembra che cresca solo quì. Continuiamo e ogni tanto si vedono cavalli selvatici, asini albini, senza contare le vedute a mare....spettacolari.
Come sappiamo, l'isola conteneva fino a pochi anni fà un carcere duro, di massima sicurezza, le strutture fatiscenti che ancora vediamo fanno tristezza, forse l'unica nota negativa della visita. Abbiamo visto anche il bunker costruito appositamente per il mafioso Totò Reina. Ma torniamo al mare e alle cose belle: cala detta dei sette nani, cala d'Oliva, dove chi voleva, con 40 minuti di cammino, poteva fare il bagno a cala Sabina, non ce lo siamo fatto dire due volte e di gran lena ci siamo piombati in questa bellissima spiaggia dove il mare è così limpido da far rabbrividire la "trasparenza"......gran bagno e poi il mesto ritorno alla nostra tendina. Per finire in bellezza andiamo a cena fuori, e visto che siamo vicini, optiamo per Castel Sardo (borgo vecchio), cena di pesce buonissima e rientro al campeggio
Smontiamo il campo e ci dirigiamo verso la penisola del Sinis. Fermata obbligatoria a Saccargia meravigliosa cattedrale romanico-pisana in mezzo al deserto....(ora non più, ci passa accanto una strada a quattro corsie).
Prima di trovare il campeggio, troviamo s'Archittu, dove appunto troviamo un arco naturale nella roccia sul mare....molto bello e spettacolare, in particolare per chi come quel giorno, dei ragazzi si sono buttati dalla sommità, con un tuffo spettacolare.
Arriviamo Santa Caterina di Pittinuri, piazziamo la nostra tendina e ci fiondiamo al mare....grande spiaggia bianca, che per chilometri non ha costruzioni di nessun tipo.
La mattina ci svegliamo, con l'obbiettivo di visitare la penisola del Sinis: per primo andiamo allo stagno di Sale Porcus dove, anche se in lontananza, vediamo con il binocolo i Fenicotteri dal suo bel colore bianco rosato. Continuiamo per Tharros, rovine della città Punico-Romana, visita del sito e poi.....gran bagno in un mare bianchissimo, sia la spiaggia che il fondale. Poco più in la, la chiesa di San Giovanni de Sinis (sec. V), ci regala un'altra bella emozione. Continuiamo trovando e visitando il paese di San Salvatore, molto particolare per le sue case basse e costruite tipo villaggio da Far West....(mi scuso con San Salvatore per l'accostamento americano). Il pezzo importante è la "chiesa ipogea" molto bella. La prima domenica di Settembre, gli abitanti di Cabras fanno una grande festa: "corsa degli scalzi", partano da Cabras e a piedi vanno scalzi fino alla chiesa di San Salvatore. Ci hanno raccontato che quel giorno, il paese fino allora deserto di persone, si riempie, e la "vernaccia" scorre a fiumi...(.bel posto .....forse ci faccio un pensierino per Settembre). Allo stagno di Cabras, rivediamo i fenicotteri, questa volta più da vicino....che spettacolo.
La mattina ci spostiamo , passando da Cabras vediamo delle donne in costume. Dopo una strada infernale , sia per il caldo che per il fondo (tutta buche...strada bianca), arriviamo a una delle località più belle della Sardegna: Piscinas, con le sue dune alte di sabbia desertica, il suo mare colore blù intenso, la sua grande spiaggia, ne fanno un vero gioiello naturalistico. Le altre visite sono a: Capo Pecora, Portixeddu, Cala Domestica e lo spettacolare masso granitico ...in mezzo al mare, del Pan di Zucchero, in località Masua. Passiamo la notte in un agriturismo a Gonnesa, da dimenticare.....se lo conosci lo eviti.
La mattina prima di ripartire facciamo una passeggiata, a picco sul mare, in località Nebida, dove, con luce diversa dalla sera, vediamo il Pan di Zucchero. Ci mettiamo a parlare con un ex minatore e un giovane giardiniere che stava curando il bel giardino della passeggiata. Storie diverse raccontate con intensità di conoscenza e valori legati alla propria terra. In questo punto, il fondale del mare crea con i massi sommersi dei disegni strani che la Giovanna a ribattezzato "rughe della terra".
Continuiamo il nostro viaggio e arriviamo a Villasimius, piazziamo la nostra tendina al campeggio Spiaggia del Riso....nella miglior piazzola (n.25), su un bellissimo mare dalla trasparenza cristallina.....bagno favoloso.
Ci svegliamo e dopo un amarcor (c'eravamo già stati trenta anni fà), a Capo Carbonara ....cala Caterina, ci trasferiamo con i viveri sulla spiaggia di Porto Giunco, abbandonandoci a un ozio spiaggistico che di solito non facciamo. L'acqua ha trasparenze tropicali.....lo giuro.
Accanto a noi, in spiaggia, c'è una coppia di Verbania, Paolo e Germana con il piccolo Luca, che non sgradisce la nostra presenza...anzi diventiamo, per la serata, i nonni adottivi. Alle 18, ormai stanchi del lungo ozio, andiamo a vedere da vicino, a piedi, la "torre aragonese", che si erge sul promontorio sopra noi.
Il panorama da lassù spazia a 360°, su tutto il golfo, l'isola Serpentara, Punta Molentis, Capo Carbonara con davanti l'isolotto di Cavoli. La storia dice che i vecchi sardi facevano il carbone a Capo Carbonara, lo trasportavano con gli asini a Punta Molentis (in sardo vuole significare Asino), per caricarlo sulle barche. Dalla torre si vedono i cosidetti tre mari: il golfo spiaggia del riso, lo stagno centrale, e il golfo di porto giunco
La mattina partiamo per Cala Gonone, la strada che facciamo è molto panoramica, si vede Punta Molentis e tutta la Costa Rei, quì hanno costruito da matti.....Passiamo dallo stagno di Cogliastris, dove a sorpresa rivediamo i fenicotteri. Si percorre la bellissima statale n.125 che sale ripida sul "Supramonte" fino a Baunei....che spettacolo. Continuiamo fino a Dorgali, passiamo una galleria e una bellissima strada panoramica, in discesa, ci porta a Cala Gonone. Ci sistemiamo nel campeggio e poi andiamo a fare il bagno a Cala Fuili, dove i "free climbers", danno spettacolo sulle belle falesie della spiaggia, da questo punto, parte anche il sentiero che a piedi porta fino a Cala Luna.
Ci alziamo pimpanti....finalmente oggi è la giornata del "camminare": andiamo alle "Gole di Gorropu". Per nostra sfortuna seguiamo le indicazioni di un sito internet....meglio lasciar perdere....ci incasiniamo in una ripida strada sterrata e ne veniamo fuori solo grazie alle indicazioni di un vecchio simpatico sardo, scoprendo poi, che la strada da prendere èra quella che dalla statale n.125 scende a Tiscali, ed'è asfaltata. A Ponte di Sabarba lasciamo l'auto, dove un largo sentiero ci porta in ore 1,45 all'ingresso del Canyon. Lo risaliamo, con difficoltà, per circa un'ora, su grandi massi cerchiamo via via i migliori appigli per risalire la stretta gola, provando anche il brivido di una risalita con corda fissa.....lo scenario è straordinario: pareti di roccia altissime, piante di oleandro e candidi massi levigati dall'acqua nel tempo.....sembra di essere fuori dal mondo. In alcuni punti si passa in cunicoli fra masso e masso, in altri ci si scivola sopra. E' una caccia al tesoro per trovare il passaggio migliore.
Oggi facciamo i marinai, con una mini crociera che ci porta a visitare la grotta del bue marino: un chilometro circa in orizzontale con belle sale con concrezioni di vario tipo e laghetti, uno di questi viene chiamato "la sala degli specchi"....chiamata così perche si riflette tutto sulla superficie dell'acqua del laghetto sotterraneo. Continuiamo la nostra "crociera" costeggiando con la barca tutta la costa, trovando in sequenza: Cala Sisine, Cala Luna, Cala Biriola, Grotta dei Cormorani, Cala Mariolu, Cala Goloritzé. Il bagno lo facciamo a cala Mariolu con un' acqua trasparente come a Porto Giunco. La seconda sosta la facciamo a Cala Luna, dove troviamo le caratteristiche grotte sulla spiaggia, il mare è meno bello che a cala Mariolu. La stanchezza si fa sentire, decidiamo di cenare fuori, il ristorante Tre Ruote, fa al caso nostro.....ottima cena sarda.
Oggi niente bagno, vogliamo visitiare l'interno cominciando da Dorgali dove abbiamo comperato un tappeto sardo...dice, fatto rigorosamente a mano. Il paese è bellino ma non ha niente di più. Ci spostiamo a Nuoro, anche quì la città da poche cose: la piazzetta Sebastiano Satta e il museo delle tradizioni popolari (costumi bellissimi). inoltrandoci ancora di più, arriviamo a Mamoiada e Fonni...un disastro di paesi, abbandonati a se stessi. Continuiamo per Orgosolo che con i suoi "murales" si salva un pò...unica attrattiva. Dimenticavo di dirvi, che per arrivare a Orgosolo, attraversiamo una bellissima foresta di querce da sughero...si dice secolari, la località si chiama "Montes" e fa parte del supramonte di orgosolo. Riprendendo la strada ci portiamo fino a Oliena, uniche cose interessanti: la chiesetta della croce e la veduta dei monti alle sue spalle. Continuiamo e la zingarata....ci porta alle "Fonti di Su Gologone", fonti carsiche che emettono 300 litri di acqua al minuto.....ambiente molto bello. Per ultimo visitiamo la grotta di "Ispinigoli" vicino a Dorgali. E' una voragine di 50 metri di profondità al cui interno ci sono numerose e imponenti concrezioni tra cui una colonna di stallattite e stallagmite alta 38 metri, la più alta d'Europa e seconda al mondo dopo quella di New Messico, che comunque misura metri 40. La grotta prosegue per altri quindici chilometri ma è riserva degli speologi. Nella zona ci sono altre 200 grotte come questa perchè la zona è carsica, ma non sono visitabili al pubblico.
Dopo la lunga galoppata, ritorniamo al campeggio, dove sperimentiamo il "pane frattau", piatto tipico sardo fatto con pane carasau, pomodoro e pecorino.....così festeggiamo l'ultima notte di campeggio.
Ultimo giorno: si risale a Olbia, fermandosi nei punti più significativi: Cala Liberotti, spiaggia di Berchide (quattro chilometri di strada sterrata), bellissime spiagge bianche.....ricco bagno. A San Teodoro (la "Gigli" della sardegna consumistica usa e getta...), mangiamo una pizza sulla brutta spiaggia....ma la fame e fame. Continuando sostiamo a Capo Coda Cavallo molto bello, vista su l'isola Tavolara. Vogliamo mettere la ciliegina sul nostro viaggio e l'ultimo bagno lo facciamo a "Capriccioli".
Pernottiamo all'Hotel La Corte, comodo e confortevole...(dopo tutti questi giorni di tenda...ci voleva). Ceniamo a Olbia centro e la mattina dopo alle ore 8.15 ci muoviamo con la nave veloce verso Livorno.
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