ROMEA DI STADE [PASSO MANDRIOLI PASSO SERRA RIMBOCCHI]
15 aprile 2010
PERCORSO
Passo Mandrioli - Passo di Serra - Serra - Corezzo - Frassineta - Poggio della Forca - Rimbocchi.
DESCRIZIONE di come si arriva al punto di partenza da Firenze
Si prende in direzione di Sorgane e si prosegue per Pontassieve dove si prende per la Consuma. Si scende fino a Poppi e si gira a sinistra strada provinciale dei Guazzi. Si prosegue fino a Badia a Prataglia e si gira a destra per la SR142 fino al Passo dei Mandrioli.
DESCRIZIONE
Il termine di "via Romea peregrinorum" veniva attribuito all'antico percorso medioevale seguito dai pellegrini per raggiungere Roma
Tale cammino può essere individuato in quello della "Via Maior", così chiamata almeno dall’anno 1020 fino al 1255 come attestato dal Regesto camaldolese.
Il percorso della via Romea o della via Maior era seguito sopratutto dai pellegrini di origine germanica, in alternativa alla Francigena, il cui tragitto era spostato più a ovest. Seguiva la direttrice del Brennero e, attraverso il Veneto e la Romagna, raggiungeva Forlì.
Qui, abbandonata la grande strada pubblica e la pianura, il devoto Romeo doveva imboccare una via organizzata con "hospitales" e opportuni luoghi di sosta, che risaliva la valle del Bidente, giungeva, attraverso il passo del Carnaio, dove nel 1255 sono documentati la via maior e l'antico ospedale, a Bagno di Romagna nell'alta valle del Savio.
Giunti a Bagno di Romagna ( Balneum sanctae Marie), i pellegrini si trovavano a dover attraversare l'Appennino in corrispondenza del passo di Serra (1148 mt.), tra l'attuale passo dei Mandrioli e la Verna, dopo di che aveva inizio il tratto riguardante i Casentino.
Il percorso si snoda nella sua porzione iniziale attraverso la Vallesanta, lungo l'alto corso del Corsalone. La strada proseguiva per Corezzo e Frassineta toccando successivamente Fignano, Pezza, Giona, Banzena. A Pezza sono individuabili tratti del selciato medioevale e, forse, un pezzo di selciato romano. A Pezza ancora è documentata la presenza di uno spedale nell'anno 1171.
Scendendo verso il fondo valle, nella zona del Bivio di Banzena la strada si divideva in due rami, quello documentato dagli annali stadenses trovava nel percorso per Campi (negli annali è citato come Champ che qualcuno ha confuso con Camprena, ma in realta è Campi) dove è stato individuato e fotografato un pilone di un ponte medioevale sul torrente Corsalone.
Non molto lontano dalla via Romea o Via Maior si trovano le vestigia dell'antico castello di Gressa e della chiesa di Sant’Jacopo, protettore dei pellegrini e dei viandanti assieme ai Santi Rocco e Cristoforo, (a San Rocco era dedicata la scomparsa chiesa di Poggio Mercatale a Bibbiena). I santi Jacopo e Cristoforo sono addirittura raffigurati nel bellissimo trittico dietro l'altare della Pieve di Sant'Ippolito a Bibbiena.
Dopo "Champ" gli annales stadenses citano "Subean", Subbiano, che è un'altra tappa accertata della via Romea.
E' probabile che la via da Campi, attraversato il Corsalone, salisse verso Montecchio e poi sopra il Groppino e scendesse verso Rassina attraversando il casale di Valitonda e proseguisse per Arezzo, Viterbo e Roma.
Sopra il Groppino è documentato (da Giovanni Villani e da Gianfrancesco Borghi) un passaggio dove nel 1352 Pier Saccone Tarlati attese e dette battaglia alle armate dei Fiorentini, Aretini e Perugini che erano venuti a contrastarlo. Quindi doveva essere un passo importante e quasi indispensabile.
Tale cammino può essere individuato in quello della "Via Maior", così chiamata almeno dall’anno 1020 fino al 1255 come attestato dal Regesto camaldolese.
Il percorso della via Romea o della via Maior era seguito sopratutto dai pellegrini di origine germanica, in alternativa alla Francigena, il cui tragitto era spostato più a ovest. Seguiva la direttrice del Brennero e, attraverso il Veneto e la Romagna, raggiungeva Forlì.
Qui, abbandonata la grande strada pubblica e la pianura, il devoto Romeo doveva imboccare una via organizzata con "hospitales" e opportuni luoghi di sosta, che risaliva la valle del Bidente, giungeva, attraverso il passo del Carnaio, dove nel 1255 sono documentati la via maior e l'antico ospedale, a Bagno di Romagna nell'alta valle del Savio.
Giunti a Bagno di Romagna ( Balneum sanctae Marie), i pellegrini si trovavano a dover attraversare l'Appennino in corrispondenza del passo di Serra (1148 mt.), tra l'attuale passo dei Mandrioli e la Verna, dopo di che aveva inizio il tratto riguardante i Casentino.
Il percorso si snoda nella sua porzione iniziale attraverso la Vallesanta, lungo l'alto corso del Corsalone. La strada proseguiva per Corezzo e Frassineta toccando successivamente Fignano, Pezza, Giona, Banzena. A Pezza sono individuabili tratti del selciato medioevale e, forse, un pezzo di selciato romano. A Pezza ancora è documentata la presenza di uno spedale nell'anno 1171.
Scendendo verso il fondo valle, nella zona del Bivio di Banzena la strada si divideva in due rami, quello documentato dagli annali stadenses trovava nel percorso per Campi (negli annali è citato come Champ che qualcuno ha confuso con Camprena, ma in realta è Campi) dove è stato individuato e fotografato un pilone di un ponte medioevale sul torrente Corsalone.
Non molto lontano dalla via Romea o Via Maior si trovano le vestigia dell'antico castello di Gressa e della chiesa di Sant’Jacopo, protettore dei pellegrini e dei viandanti assieme ai Santi Rocco e Cristoforo, (a San Rocco era dedicata la scomparsa chiesa di Poggio Mercatale a Bibbiena). I santi Jacopo e Cristoforo sono addirittura raffigurati nel bellissimo trittico dietro l'altare della Pieve di Sant'Ippolito a Bibbiena.
Dopo "Champ" gli annales stadenses citano "Subean", Subbiano, che è un'altra tappa accertata della via Romea.
E' probabile che la via da Campi, attraversato il Corsalone, salisse verso Montecchio e poi sopra il Groppino e scendesse verso Rassina attraversando il casale di Valitonda e proseguisse per Arezzo, Viterbo e Roma.
Sopra il Groppino è documentato (da Giovanni Villani e da Gianfrancesco Borghi) un passaggio dove nel 1352 Pier Saccone Tarlati attese e dette battaglia alle armate dei Fiorentini, Aretini e Perugini che erano venuti a contrastarlo. Quindi doveva essere un passo importante e quasi indispensabile.
CARTA:
ORE CAMMINO: 6 KM:16,4
DIFFICOLTA:E
DISLIVELLO: m 567 ALTITUDINE MASSIMA: m1249 ALTITUDINE MINIMA: m 536
mi chiamo Loretta e sono a segnalare che manca la frazione di Giona in questo percorso, evidenziando che la Madonna di Giona ha fatto dei miracoli e che in detta frazione c'è una fontana con acqua miracolosa già nota ai romani e poi sui muri delle case ci sono degli antichi sassi con scritti e simboli romani. Sarebbe opportuno ricordare anche questo. grazie.
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